Tutti gli articoli di Mister Polyglot

Il servizio di trascrizione e resocontazione

Partiamo dalle basi, il significato: la trascrizione consiste nel mettere per iscritto i suoni della lingua verbo pro-verbo mentre la resocontazione è l’arte di trascrivere i suoni eliminando però le ripetizioni e gli orpelli del parlato.

Sono numerosi i casi in cui si richiede un servizio di resocontazione immediato dalla lingua italiana o dalla lingua straniera (ad esempio per la redazione di un resoconto giudiziario, del verbale di una seduta consiliare, la sottotitolazione in diretta per non udenti).
Imparare le tecniche di trascrizione e resocontazione può essere una competenza professionale interessante da acquisire per un interprete e per un traduttore perché apre ad una fetta di mercato ampia.
Due parole necessarie a fare chiarezza sulla terminologia utilizzata: capita spesso che nel sentire pronunciare la parola “resocontazione” le persone storcano il naso; anche se ad alcuni può sembrare un termine strano, è il termine che si usa nel gergo tecnico per indicare questo tipo di servizio. Proprio “resocontazione” e non “rendicontazione”.

Come imparare le tecniche di trascrizione e resocontazione?
Innanzitutto, in Italia non esiste al momento in cui si scrive, un insegnamento di tipo universitario che formi il professionista in questo settore.
Ci si forma direttamente sul campo e se possibile, affiancati da un collega più esperto. Chiaramente prima di improvvisarsi trascrittore e rendicontista bisogna imparare alcune dritte e munirsi degli strumenti necessari.
Prima cosa da imparare è digitare rapidamente sulla tastiera. Il sito http://www.tutoredattilo.it/ vi permetterà di esercitarvi gratuitamente, in modo semplice ed intuitivo. Investendo pochi minuti al giorno, in breve tempo, triplicherete la vostra velocità di digitazione e imparerete a scrivere con dieci dita (indispensabile per aumentare la propria velocità e produttività).
Un know-how molto utile, anche se non imprescindibile, è quello di essere in grado di servirsi della stenotipia. Anche qui, purtroppo la stenotipia è una tecnica che non viene più insegnata a scuola. Chi volesse imparare la stenotipia al giorno d’oggi, deve farlo da autodidatta. Esistono in commercio vari manuali che l’aspirante stenotipista può acquistare. Bisogna naturalmente investire del tempo ma per chi volesse specializzarsi nel campo della trascrizione e della resocontazione, si tratta di tempo ben speso in quanto la stenotipia permette un notevole guadagno di tempo.

Quali sono gli strumenti da acquistare?
Una tastiera, meglio se wireless e con tasti silenziosi. I tasti del laptop hanno una vita ben precisa, calcolata in milioni di battute. Inoltre, la posizione di scrittura con un laptop non è adatta da un punto di vista anatomico.
Un paio di cuffie professionali che coprano tutto il padiglione auricolare. Purtroppo, per motivi di salute e di qualità dell’audio, non è auspicabile lavorare con gli auricolari per molto tempo, ma solo in caso di emergenza.
Un lettore audio adatto. Non è possibile usare Groove o Windows Media Player per la riproduzione dell’audio! Serve un software professionale per trascrittori, quale ad esempio Express Scribe della NCH, che dispone di moltissime funzioni utili per i professionisti della resocontazione. Alcune tra queste funzioni sono:
-La possibilità di riprodurre file video di vari formati
– La possibilità di rallentare l’audio su scala percentuale, per adattarlo alla propria velocità di digitazione
– La possibilità di riprodurre l’audio più velocemente (utile in fase di riascolto)
– La possibilità di lavorare sulla qualità audio, agendo sulla compressione del rumore di fondo o sui toni alti e bassi
– Vi è inoltre un’utilissima funzione «auto backstep on stop», regolabile in millisecondi
Potete scaricare il programma a questo indirizzo: https://www.nch.com.au/scribe/it/index.html

Una pedaliera per trascrittori. Uno dei vantaggi di programmi come Express Scribe è che permettono di gestire l’audio (le varie funzioni di riproduzione, pausa, riavvolgimento e avanzamento veloce) non con il cursore del mouse, ma con i tasti funzione. La soluzione che noi maggiormente raccomandiamo è però quella di munirsi di una pedaliera per trascrittori che con il comando a pedale consente ai trascrittori di non staccare mai le mani dalla tastiera, migliorando notevolmente la produttività.

Un espansore di testo. Gli espansori testuali, come SmartFox, ancora una volta prodotto dalla NCH, permettono di creare le cosiddette macro: abbreviazioni alfabetiche che saranno sostituite automaticamente con stringhe di testo più lunghe. Ad es.: si può decidere di far corrispondere l’abbreviazione «sal» alla stringa testuale «ringraziandola per l’attenzione, porgiamo distinti saluti». Gli espansori di testo hanno delle funzioni molto utili, ma possono essere anche efficacemente sostituiti da una soluzione a costo zero: le opzioni di correzione automatica di Word.
Attenzione, prima di creare le nostre macro, dobbiamo adottare un sistema organico e strutturato di sigle. Immaginando che dobbiamo creare un sistema di sigle per la lingua italiana, ecco alcuni accorgimenti importanti ai quali prestare attenzione:
• Non possiamo utilizzare alcuna lettera (o combinazione di lettere) che sia portatrice di senso in italiano (esempio: l per lettera)
• L’italiano ha una flessione nominale marcata, dovremo quindi distinguere tra maschile, femminile, singolare e plurale
• Dobbiamo utilizzare una coerenza logica di fondo, per riuscire a memorizzare più facilmente le nostre sigle
• Possiamo usare le abbreviazioni desinenziali della stenografia per espandere il nostro sistema di abbreviazioni

La Traduzione dei sottotitoli

La Traduzione dei sottotitoli

di Patrizia Giampieri

Professore a contratto Università degli Studi di Macerata

www.patriziagiampieri.com

In questo articolo si parlerà di sottotitoli, delle caratteristiche tecniche, di come eseguire una buona traduzione e dei software che si possono utilizzare.

Aspetti tecnici

Prima di tutto, per quanto riguarda l’aspetto puramente tecnico, i sottotitoli devono occupare non oltre il 66% dello spazio dello schermo in larghezza e non oltre il 15% in altezza.

Inoltre, i sottotitoli devono comparire in una o al massimo due righe. Ogni riga è generalmente composta da 35/40 caratteri.

I tempi di esposizione del sottotitolo dipendono dalla scena: generalmente compaiono quando l’attore parla e scompaiono quando ha finito di parlare, o quando cambia scena.

Nel caso in cui due personaggi dialoghino, i sottotitoli vanno preceduti dal segno – e vanno scritti su due righe distinte.

Poiché l’occhio umano legge più velocemente le frasi brevi, è generalmente preferibile suddividere un sottotitolo in due righe, anche se non è eccessivamente lungo.

Nella suddivisione, è bene mantenere il senso compiuto di ciascuna riga e non interromperla in punti logici, come ad esempio tra verbo e soggetto, o tra un articolo ed un sostantivo.

La durata minima di un sottotitolo sullo schermo è di 1 secondo. Quindi qualsiasi battuta deve durare almeno 1 secondo, altrimenti l’occhio non riesce a leggerla.

La durata massima è invece di 4 secondi, che sale a 6 nei sottotitoli di due righe. Quindi un sottotitolo diviso in due righe non può essere esposto per più di 6 secondi, altrimenti si rischia che lo spettatore rilegga il sottotitolo e si soffermi più sullo “scritto” che sul “parlato”.

Il sottotitolo non è infatti un testo “autonomo”, ma deve sempre restare uno testo ausiliario, che si deve integrare con lo strumento visivo.

Fedeltà all’audio

Il ritmo della lingua parlata è generalmente superiore alla velocità media di lettura.

Per questo motivo, tradurre tutto ciò che un personaggio dice è spesso impossibile. Quindi è probabile che alcune parole vengano modificate usando sinonimi più brevi o non vengano scritte affatto, quando non sono particolarmente rilevanti.

Inoltre, si tendono ad eliminare ridondanze, ripetizioni, esitazioni (ovvero gli elementi caratterizzanti la lingua parlata) ed, ovviamente, i suoni “tipici” del parlato (quali: eh, mmm, ah ah…).

Nel sottotitolo si cerca il difficile equilibrio tra la lingua parlata (con le sue ridondanze, omissioni, deviazioni da regole standard, ripetizioni, etc.) e la necessità di trasmettere un messaggio senza costringere lo spettatore a focalizzare l’attenzione sul testo scritto. Un buon sottotitolo, paradossalmente, diventa quindi “invisibile”.

Note del traduttore

Per questo motivo, nei sottotitoli non si possono usare NdT, benché a volte i traduttori siano tentati di spiegare alcune cose, laddove la lingua originale crea fraintendimenti.

Punteggiatura

La punteggiatura acquista un ruolo fondamentale nel sottotitolo, in quanto tende a trasmettere le emozioni dei personaggi.

Ad esempio, i puntini servono ad indicare esitazione o l’interruzione di un discorso ad opera di qualcun altro; i trattini (come specificato sopra) indicano il dialogo tra due personaggi; le virgolette si usano per una citazione, un uso scorretto di un termine, un modo di dire, etc. Infine, anche il font del carattere è importante. Il corsivo, ad esempio, serve per indicare una voce che parla alla TV, o alla radio, oppure per esprimere un pensiero ad alta voce, dare voce ad un flashback, etc.

Sottotitolaggio come catena di montaggio

Chi traduce non è detto che debba occuparsi anche di spotting (allineamento). Questa attività compete a chi inserisce i sottotitoli nella lingua del film e sincronizza il testo con l’audio (quindi segue tutte le norme tecniche elencate sopra!).

Il traduttore, invece, si occupa in teoria soltanto di tradurre il sottotitolo nella propria lingua madre. Generalmente, infatti, si traduce sempre verso la propria lingua materna.

Software di sottotitolaggio

In commercio vi sono tantissimi software disposizione. Ad esempio si possono installare Subtitle Edit (http://www.nikse.dk/subtitleedit/) o Subtitle Workshop http://subworkshop.sourceforge.net/download.php. Entrambi sono gratuiti e su Youtube si possono trovare molti video tutorial (la maggior parte in lingua inglese) che spiegano dettagliatamente come usarli.  Questi software creano dei file a parte contenenti i sottotitoli. Il formato dei file è .srt,  comunque apribile (ed editabile) con il Notepad (blocco note).

Codec

Indipendentemente dal software che si sceglie, può essere necessario installare dei CODEC, che permettono al software di “vedere” (o “leggere”) i video, altrimenti i video non si riuscirebbero ad aprire e si riceverebbero messaggi del tipo “formato non supportato” o “impossibile leggere il file”.  Un sito consigliabile è: http://www.videohelp.com/software/K-Lite-Codec-Pack, dal quale si scarica un pacchetto chiamato  K-Lite Code Pack.

Pratica

Per impratichirsi un po’, si possono scaricare video da Youtube ed allenarsi partendo da cose semplici (anche in Italiano), quali documentari, favole per bambini, etc.

Per scaricare video da Youtube, è possibile utilizzare il seguente software gratuito:

4K Video Downloader: https://www.4kdownload.com/it/products/product-videodownloader.

Una volta creato il file con i sottotitoli usando Subtitle Edit oppure Subtitle Workshop, è possibile vedere il video (con i sottotitoli) usando VLC media player (http://www.videolan.org/vlc/) oppure SMPlayer (http://smplayer.sourceforge.net/en/downloads), entrambi gratuiti.

Bibliografia

La sottotitolazione: una panoramica. Annalisa Sandrelli, Facoltà di Interpretariato e Traduzione – Università degli Studi Internazionali di Roma (UNINT). http://www.accademia-aliprandi.it

 Sottotitoli? Sì, grazie. 2000. Francesca Nironi, SSLMIT, Università degli Studi di Trieste, pp. 97-100.

Corso Legal English

Traduzioni asseverate: cosa sono, in quali contesti ci viene richiesta l’asseverazione, chi può eseguirla e quali sono le procedure da seguire

Corso Legal EnglishPer alcuni documenti, quali atti o certificati, può essere necessario, oltre alla traduzione, procedere all’asseverazione, alla legalizzazione o alla certificazione, a seconda dell’utilizzo che ne verrà fatto.

Di norma è il cliente che dovrebbe indicare al traduttore quello di cui ha bisogno, informandosi preventivamente presso l’autorità o l’ente che gli ha richiesto questa documentazione.

Attenzione però perché succede che i clienti facciano confusione tra questi termini che non sono sinonimi tra loro.

In questo articolo parleremo di asseverazione e vedremo che cos´è, quando è necessaria, chi può farla e dove farla.

L’asseverazione è una procedura che dà valore legale al documento e attesta che il documento tradotto rispetti fedelmente il documento originale.

Di solito si richiede la traduzione in italiano e l’asseverazione nel caso di documenti ufficiali di un paese straniero (che hanno valore legale in quel paese) che devono essere fatti valere sul territorio italiano (=acquisire valore legale in Italia)

Tutti i traduttori possono asseverare? No, o per essere più precisi, non dappertutto.

L’asseverazione va fatta in Tribunale, presso l’ufficio o lo sportello di competenza. Fino a qualche anno fa chiunque poteva recarsi in tribunale e procedere all’asseverazione. Ora alcuni tribunali (e ho detto alcuni soltanto) permettono di asseverare i documenti solo ai periti del tribunale (Traduttori iscritti nell’albo consulenti del Tribunale per intenderci), ai traduttori iscritti sulle liste dei consulenti della camera di commercio o ai traduttori che fanno parte di associazioni di traduttori ufficialmente riconosciute dal Ministero (come AITI – L’associazione Italiana Traduttori e Interpreti). Attenzione: non esiste una regola valida su tutto il territorio italiano. In sostanza ogni tribunale si comporta diversamente quindi informatevi presso l’ufficio di competenza del tribunale in questione per capire come procedere e se vi è possibile procedere. Non sempre le informazioni sono reperibili sul web, potrebbe essere necessario chiamare l’ufficio o recarvisi di persona.

Non sono perito del tribunale, membro AITI o iscritto sulle liste della camera di commercio e non posso andare ad asseverare in quel tribunale, posso quindi recarmi ad asseverare in un altro tribunale che non esige da me questi prerequisiti?

Sarebbe molto comodo, vero? Ma ahimè la risposta è no. La norma vuole che il titolare dei documenti faccia asseverare la documentazione nel tribunale competente del suo luogo di residenza o domicilio. Se non potete procedere voi stessi alla traduzione del documento, vi consiglio di suggerire al cliente di consultare la lista dei periti del tribunale in questione che è facilmente reperibile in rete.

Posso fare io la traduzione e far asseverare i documenti da un perito? Anche qui la risposta è no perché asseverare un documento comporta l’assunzione di una responsabilità civile e penale: significa giurare che il documento che HO TRADOTTO rispetti fedelmente l’originale.

Mi è andata bene: non faccio parte di nessuna delle sopramenzionate categorie di traduttori ma il tribunale di competenza non me lo richiede, cosa devo fare?

1) Mi presento con un documento di identità presso l’ufficio competente del Tribunale.

2) Presento spillati e in quest’ordine: testo originale, traduzione, verbale di giuramento (scaricabile dal sito del tribunale o, di solito, disponibile in tribunale e quindi da compilare al momento), marca da bollo da 16€ ogni 4 pagine oppure ogni 100 righe