Come prendere appunti in consecutiva

La consecutiva è una tipologia di interpretariato in cui l’interprete ascolta unInterpretariato – la presa d’appunti in consecutiva

discorso e prende appunti. Ogni 15-20 minuti l’oratore si interrompe per dar la parola all’interprete che restituirà agli ascoltatori il discorso tradotto. Oggigiorno la consecutiva è stata perlopiù sostituita dalla simultanea ma rimane tuttavia largamente utilizzata durante le riunioni dai contenuti altamente tecnici o in caso di riunioni a ristretto numero di partecipanti per cui il chuchotage non sarebbe sufficiente e la simultanea sarebbe troppo onerosa (per via della necessità di prevedere cabine, attrezzatura fonica e due interpreti per ogni cabina).
In questo articolo vorrei darvi alcuni importanti consigli che vi saranno utili per la presa d’appunti durante la consecutiva.
Innanzitutto ricordatevi che la memoria ha un ruolo importante in qualsiasi tipo di interpretariato e che l’interprete ha il dovere di allenarla regolarmente perché anche se prende appunti non avrà modo e tempo di annotarsi tutto: verranno annotati solo quegli elementi che permetteranno alla memoria di ricostruire il discorso. La vostra memoria svolgerà quindi il ruolo più importante, gli appunti fungono solo da supporto alla memoria.
Se siete alle prime armi vi consiglio di leggere un mio precedente articolo Come si diventa interpreti prima di proseguire nella lettura del presente. Vi troverete suggerimenti su come allenare la memoria e su quali passi seguire prima di affrontare la consecutiva.
Quali sono questi elementi importanti da segnarsi?
Le unità numeriche (date, quantità, cifre)
I nomi propri, gli elenchi, i titoli, le citazioni
Questi elementi sono da considerarsi semplicemente delle formule da trasporre pari pari da una lingua all’altra, non necessitano di alcuna esegesi. Essi richiederebbero all’interprete un inutile quanto grande sforzo di memorizzazione, meglio quindi avere cura di annotarsele.

I connettivi logici

Sono di fondamentale importanza per il senso del discorso. I connettivi logici sono quelle particelle all’interno di una frase che definiscono i rapporti esistenti tra i vari elementi. Se l’espressione “connettivi logici” vi ha lasciato perplessi, niente paura, vi faccio subito un esempio che, ne sono certa, vi chiarirà subito le idee: Prendiamo la frase: “Maria e Marta vanno sempre assieme al lavoro, vanno in macchina quando piove altrimenti vanno a piedi”. Scomponiamo ora le parti della frase per identificarne i vari connettivi logici:
1) Maria e Marta insieme = Maria Ʌ Marta = congiunzione logica
2) Se piove prendo la macchina= →piove = implicazione logica
3) La macchina se piove, altrimenti a piedi = macchina V piedi = disgiunzione esclusiva
Se io sostituissi un solo connettivo con un altro, la frase potrebbe diventare: “ Maria e Marta vanno al lavoro assieme, in macchina o a piedi anche quando piove”. Vedete come il senso della frase è molto cambiato. Il rischio, durante la presa di appunti, di non segnarsi i connettivi logici o di riportarli male, confondendoli tra loro, è dunque quello in ultima analisi di restituire un discorso dal senso diverso rispetto al discorso originale. Errore madornale. Ricordatevi: vi è concesso, soprattutto all’inizio, perdervi qualche parola ma non vi sarà MAI concesso di restituire un messaggio diverso da quello originale.
Dovete trovare dei simboli vostri per esprimere i connettivi: la conseguenza, la congiunzione, l’implicazione, la disgiunzione etc. possono essere segnati con delle frecce, dei simboli (che possono essere simboli matematici, lettere di un altro alfabeto o altro). Quando ho scomposto la frase nell’esempio sopra, ho usato i simboli standard per indicare i connettivi ma non è necessario e forse nemmeno utile che voi utilizziate gli stessi. Dovete trovare dei segni che siano chiari a voi da memorizzare e da identificare in maniera univoca. Ricordatevi che siete voi gli unici destinatari di questi appunti e che pertanto questi appunti devono risultare utili e chiari solamente a voi.

Le parole chiave

Sono quelle parole che aiutano la nostra memoria a ricordare e quindi a ricostruire la frase, dovrebbero fungere da catalizzatori al funzionamento della nostra memoria, che nella fase di restituzione del discorso, non può permettersi tentennamenti. Generalmente per ogni periodo vengono segnate più parole.
Vi consiglio di crearvi un repertorio di simboli per esprimere i concetti più diffusi o le azioni più comuni, vi assicuro che vi farà risparmiare molto tempo. Io ad esempio per esprimere il concetto di sapere/conoscenza utilizzo la lettera “γ“(da γνωσις: conoscenza in greco). Per estensione utilizzo la stessa lettera per indicare il nomen actionis: io so, io conosco = io γ. Per esprimere il concetto di paese utilizzo il simbolo “∆”, che oltre a stato, per estensione indicherà per me anche il concetto di stato/nazione, l’aggettivo nazionale, mentre internazionale è il triangolo racchiuso in un cerchio. Il rettangolo “” esprime il mercato fisico ma anche il mercato astratto (finanziario, monetario, azionario, etc.), questo perché il foro romano aveva forma rettangolare e quindi io collego la forma rettangolare al foro romano e quindi al mercato. Per esprimere il concetto di costi, denaro, pagamenti etc. mi servo del simbolo del Dollaro Americano “$”, per indicare il concetto di azienda, di organizzazione, di unione, il simbolo “”, e via dicendo.
L’utilizzo dei simboli, oltre a farvi risparmiare tempo, ha un’altra funzione pratica. Vorrei farvi riflettere sul fatto che qualsiasi parola fuori contesto possiede uno o più significati. Per intenderci, il lemma che troviamo nel dizionario ad esempio. All’interno di una frase invece il senso espresso dalla parola assume di volta in volta una valenza differente a seconda del contesto, dell’intenzione dell’oratore, del modo in cui viene espressa, del tono. Poiché l’interprete deve riportare un senso, un messaggio e non un insieme di parole, a volte può essere fuorviante annotarsi le parole specifiche perché potrebbero rimandare la nostra memoria ad un significato univoco mentre il simbolo ci rimanda ad un concetto più astratto. Una sorta di materia grezza che si presta meglio ad essere plasmata nella forma più aderente alla sua necessità.

La fine di un periodo

È utile, nella fase di ricostruzione del discorso, capire dove finisce un periodo e dove inizia l’altro. Si può molto banalmente tracciare una riga alla fine di ogni periodo. Per evitare di perdere tempo, se utilizzate un block notes formato A4 vi consiglio, prima di iniziare la consecutiva, di tracciare con la penna una riga verticale che andrà a suddividere il vostro foglio in due lati uguali. In questo modo riuscirete a contenere su un foglio un maggior numero di informazioni, risparmierete sulla carta (e farete un favore all’ambiente) e infine last but not least risparmierete tempo quando traccerete le righe che vanno a segnarvi la fine dei periodi.
Prendiamo ora in considerazione il testo seguente e mettiamo in pratica ciò che abbiamo detto fin qui:
“Anche gli agricoltori più sprovveduti si sono resi conto che il sistema sta crollando, sotto la spinta di quel mercato globale promesso dal 1992 come contropartita della PAC degli aiuti diretti. Aiuti che non sono stati impiegati per rendere le aziende più competitive, ma semplicemente tesaurizzati o impiegati male.
Anche se una parte di quei soldi – lo dissi già a quei tempi – si sono trasferiti immediatamente sui canoni di affitto, una quota più consistente è stata impiegata per continuare a coprire costi impropri, per tenere in piedi aziende poco competitive, che si sono così progressivamente marginalizzate da sole.”
Ecco come io, con l’ausilio dei miei simboli, annoterei in consecutiva il passo:

agricoltori γ: sistema↓ Χ promesso Uso aiuti No X⊗→ + competitive MA tesaurizzati/uso
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→parte(soldi – Я detto – X canoni(affitto, 1 quota+big X$ impropri, X⊥⊗↓competitive →marginalizzate da sole